venerdì 20 maggio 2011

RIFORMA COMITES E CGIE- Rino Giuliani, vice presidente dell'Istituto Fernando Santi, difende il ruolo delle associazioni


“Il nuovo ente parastatale che si vuole far nascere, né rappresentativo né consultivo, di certo strumento di cogestione”

ROMA - La riforma di Comites e Cgie all’esame del Senato è ancora una volta fortemente criticata da Rino Giuliani, vice presidente dell’Istituto Fernando Santi. Ma questa volta oggetto di attenzione da parte di Giuliani sono delle interviste rilasciate dal senatore Claudio Micheloni del Pd, uno dei principali artefici del disegno di legge di riforma (per quella rilasciata alla nostra agenzia, v. Inform n. 94 del 16 maggio, http://www.mclink.it/com/inform/art/11n09417.htm ).

A Giuliani, già presidente della Consulta Nazionale Emigrazione (Cne), preme soprattutto che sia salvaguardato il ruolo delle associazioni. Le associazioni - afferma - vivono ed operano facendo rete, operando in sinergia fra tutte loro, con risorse spessissimo volontarie in un quadro di disinteresse consolidato delle istituzioni. Questo lo sa il senatore Micheloni che è presidente di una associazione storica dell'emigrazione svizzera costituita dai socialisti e dai comunisti nel secolo scorso, oggi aderente ad associazione nazionale, la Filef che ne ha sempre sostenuto l'attività. Perché tanta veemenza iconoclastica verso le associazioni nazionali non meno attive di quelle regionali e di quelle che all'estero, di ambedue, spessissimo rappresentano la naturale articolazione avendone assunto spesso lo stesso logo e la stessa denominazione?

Criteri di rappresentanza - aggiunge il vice presidente del “Santi” - possono sempre essere discussi ed aggiornati ma non si può affermare che le associazioni nazionali (ma mi pare anche quelle regionali), in quanto tali, non hanno alcun ruolo e devono scomparire da Comites e Cgie.

La prospettiva che con il ddl si indica alle associazioni non è, a sua volta, la liberazione degli italiani all'estero dalla rendita parassitaria delle associazioni nazionali come si vorrebbe dare ad intendere, ma quella di divenire componente di una sorta di ente parastatale Comites-Cgie. Un ente - afferma Giuliani - né rappresentativo né consultivo fino in fondo ma con una logica cogestionale che prescinde, ormai è chiaro a tutti, da rappresentanza e da rappresentanti vuoi targati Roma e Italia vuoi targati Estero, da "fuori Roma". (Inform)

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