Quirinale. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano |
"Quello che sta per concludersi è l'anno in cui è stato scosso e messo alla prova come non mai, a sessant'anni dal suo avvio, il progetto europeo e si sono concretizzati per il nostro paese rischi assai gravi, dinanzi ai quali non hanno retto i preesistenti equilibri politici e si sono fatte sempre più stringenti nostre antiche e recenti contraddizioni e insufficienze". Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è rivolto al Quirinale ai rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile in occasione della tradizionale cerimonia per lo scambio degli auguri di Natale e Capodanno.
Il discorso è partito dall'Europa che "non può in un modo o nell'altro dividersi e frammentarsi, secondo linee geografiche o sulla base di opposte intransigenze e di tendenziali esclusivismi". Ed "è verso un'Europa più federale, di certo più integrata e più forte nella sua capacità di parlare e agire all'unisono, che è giocoforza muoversi. E' di qui che passa l'affermazione non solo di una cultura della stabilità e di una prassi condivisa di stabilizzazione finanziaria, ma insieme di una cultura dello sviluppo e di una nuova strategia di crescita per l'Europa : quella che oggi latita, nonostante l'incombere della recessione".
Quindi il Presidente Napolitano si è soffermato sulla crisi appena affrontata nel nostro paese: "La soluzione di governo cui si è giunti un mese fa ha costituito lo sbocco di un lungo travaglio politico e infine di una serena, obbiettiva riflessione", ha osservato per poi sottolineare che "il tentativo di evitare un immediato scioglimento delle Camere e ricorso alle urne, viste le ricadute dirompenti che ciò avrebbe potuto avere per il nostro paese nel burrascoso contesto dell'Eurozona, visto cioè l'incombere sull'Italia di un catastrofico aggravarsi della crisi finanziaria, era un mio preciso dovere istituzionale. E la via obbligata da percorrere era quella di affidare la formazione di un nuovo governo a una personalità rimasta sempre estranea alla mischia politica, già sperimentata in funzioni di governo esercitate correttamente, per riconoscimento bipartisan, nell'arco di dieci anni al livello europeo, e dotata di indubbia autorevolezza internazionale. Di qui l'incarico al senatore professor Mario Monti. La fiducia che un larghissimo arco di forze ha accordato in Parlamento al governo Monti è stata al tempo stesso chiara espressione della convinzione largamente condivisa che occorresse scongiurare, in una fase così critica, una paralisi dell'attività di governo e parlamentare e uno scontro elettorale devastante".
Il discorso è partito dall'Europa che "non può in un modo o nell'altro dividersi e frammentarsi, secondo linee geografiche o sulla base di opposte intransigenze e di tendenziali esclusivismi". Ed "è verso un'Europa più federale, di certo più integrata e più forte nella sua capacità di parlare e agire all'unisono, che è giocoforza muoversi. E' di qui che passa l'affermazione non solo di una cultura della stabilità e di una prassi condivisa di stabilizzazione finanziaria, ma insieme di una cultura dello sviluppo e di una nuova strategia di crescita per l'Europa : quella che oggi latita, nonostante l'incombere della recessione".
Quindi il Presidente Napolitano si è soffermato sulla crisi appena affrontata nel nostro paese: "La soluzione di governo cui si è giunti un mese fa ha costituito lo sbocco di un lungo travaglio politico e infine di una serena, obbiettiva riflessione", ha osservato per poi sottolineare che "il tentativo di evitare un immediato scioglimento delle Camere e ricorso alle urne, viste le ricadute dirompenti che ciò avrebbe potuto avere per il nostro paese nel burrascoso contesto dell'Eurozona, visto cioè l'incombere sull'Italia di un catastrofico aggravarsi della crisi finanziaria, era un mio preciso dovere istituzionale. E la via obbligata da percorrere era quella di affidare la formazione di un nuovo governo a una personalità rimasta sempre estranea alla mischia politica, già sperimentata in funzioni di governo esercitate correttamente, per riconoscimento bipartisan, nell'arco di dieci anni al livello europeo, e dotata di indubbia autorevolezza internazionale. Di qui l'incarico al senatore professor Mario Monti. La fiducia che un larghissimo arco di forze ha accordato in Parlamento al governo Monti è stata al tempo stesso chiara espressione della convinzione largamente condivisa che occorresse scongiurare, in una fase così critica, una paralisi dell'attività di governo e parlamentare e uno scontro elettorale devastante".
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