lunedì 6 febbraio 2012

Sedi Rai all'estero, il futuro si decide tra un mese

​Bocce ferme per un mese. Usigrai e Rai hanno firmato lunedì scorso una moratoria di trenta giorni sulla chiusura dei sette uffici di corrispondenza Rai a Beirut, Buenos Aires, Istanbul, Madrid, Mosca, Nairobi e New Delhi.

Articolo di: Avvenire
Foto di http://www.perlapace.it
Ma le posizioni restano le stesse di prima, mentre gli spazi per modificarle appaiono sempre più stretti. Dopo che il Cda Rai approvò all’unanimità il piano che prevede di azzerarle e dopo che due giorni fa il direttore generale, Lorenza Lei, ha ribadito in Commissione di Vigilanza che quelle sedi chiuderanno i battenti.

Proprio la direzione Rai sostiene che i tagli – tutto compreso, non solo le sedi – permetteranno di risparmiare dieci milioni di euro. Ma i giornalisti ribattono che per esempio la sede di Nairobi costa solo 120mila euro l’anno e quella di New Delhi 150mila.

Così la mobilitazione non si ferma. E neppure i firmatari dell’appello Non chiudete quelle sedi! (cioè Tavola della pace, Articolo 21, Usig Rai, Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Nigrizia, Misna, Missione Oggi, Premio Ilaria Alpi, Libera Informazione, Mosaico di Pace e Rivista Confronti, con le prime adesioni): «Non possiamo accettare che la Rai decida di ridurre drasticamente gli uffici di corrispondenza e addirittura chiudere quelle sedi», piano «profondamente contrario agli interessi degli italiani», che vanno messi «nelle condizioni di affrontare da protagonisti le grandi sfide del nostro tempo».

Dunque – si legge infine nell’appello – «serve al contrario una maggiore apertura internazionale della Rai» e le sue sedi di corrispondenza «non sono uno spreco ma un investimento strategico per il nostro Paese. Non vanno chiuse, ma sostenute da nuovi spazi nei palinsesti quotidiani capaci di portare in primo piano la vita delle persone e dei popoli».

Una «vertenza di valori e non soltanto», la definisce l’Usigrai. Ma dalla Rai tagliano corto: «I soldi sono finiti. Gli sprechi, soprattutto, anche».  [...]
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