Dichiarazione di Rino Giuliani
vicepresidente dell'Istituto Fernando Santi
vicepresidente dell'Istituto Fernando Santi
L'anno si chiude senza un bilancio certo del dare e dell'avere. Una comunità che molti di noi hanno pensato unita da una comune identità dentro e fuori i confini della madrepatria è oggi visibilmente frantumata e rinchiusa nella particolarità: degli individui, dei gruppi sociali e dei localismi.
Costituzione materiale e costituzione formale girano su due assi diversi mentre un assetto imprescindibile quale è la famiglia, erroneamente, viene rappresentato come il mondo vitale con il quale sostituire un sistema pubblico di tutele.
Una comunità di persone che nell'anno trascorso ha avuto modo di riflettere sui 150 anni dall'Unità d'Italia e sui valori che la tengono unita non può ritenere che la cornice internazionale, pur vincolante, ed una azione di risanamento e rilancio del paese risolvano le questioni che negli anni hanno incrinato la fiducia nell'avvenire.
E' ora di riprendere fiducia nelle risorse grandi che sono in ognuno di noi e nelle potenzialità della nostra comunità nazionale che l'Italia ha sempre saputo trasformare in fattore di crescita.
Essenziale è trarre il meglio dalle nostre peculiarità e allentare la spirale degli egoismi, degli individualismi, integrando ed integrandoci, con spirito solidale, riscoprire il grande valore della giustizia sociale.
I giovani che non possono stabilire un rapporto d'identità fra le loro aspirazioni e quello che il sistema socioeconomico fa loro intravedere, i giovani che vorrebbero andare verso un futuro migliore ed ai quali non possiamo oggi dire con certezza che un altro mondo è possibile, i giovani cui l'ascensore sociale non aprirà mai le porte, se non cambiamo l'ordine delle priorità, sono l'immensa ricchezza che la nostra società sta dissipando. Questo dissipazione che nasce dal senso di impotenza va combattuta dai giovani ma avendo accanto le generazioni di coloro che li hanno preceduti nella lotta sociale.
Costituzione materiale e costituzione formale girano su due assi diversi mentre un assetto imprescindibile quale è la famiglia, erroneamente, viene rappresentato come il mondo vitale con il quale sostituire un sistema pubblico di tutele.
Una comunità di persone che nell'anno trascorso ha avuto modo di riflettere sui 150 anni dall'Unità d'Italia e sui valori che la tengono unita non può ritenere che la cornice internazionale, pur vincolante, ed una azione di risanamento e rilancio del paese risolvano le questioni che negli anni hanno incrinato la fiducia nell'avvenire.
E' ora di riprendere fiducia nelle risorse grandi che sono in ognuno di noi e nelle potenzialità della nostra comunità nazionale che l'Italia ha sempre saputo trasformare in fattore di crescita.
Essenziale è trarre il meglio dalle nostre peculiarità e allentare la spirale degli egoismi, degli individualismi, integrando ed integrandoci, con spirito solidale, riscoprire il grande valore della giustizia sociale.
I giovani che non possono stabilire un rapporto d'identità fra le loro aspirazioni e quello che il sistema socioeconomico fa loro intravedere, i giovani che vorrebbero andare verso un futuro migliore ed ai quali non possiamo oggi dire con certezza che un altro mondo è possibile, i giovani cui l'ascensore sociale non aprirà mai le porte, se non cambiamo l'ordine delle priorità, sono l'immensa ricchezza che la nostra società sta dissipando. Questo dissipazione che nasce dal senso di impotenza va combattuta dai giovani ma avendo accanto le generazioni di coloro che li hanno preceduti nella lotta sociale.
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