domenica 1 gennaio 2012

Gli italiani all'estero secondo Riccardo Nencini e il Psi


Michele Capaccioli: Riccardo, come si sta muovendo il Psi al riguardo degli italiani all’estero? Quali sono le iniziative politiche intraprese nella Circoscrizione Estero?
Riccardo Nencini: Con le elezioni del 2008, è emersa una presenza significativa del PSI nella Circoscrizione Estero. La legge Tremaglia, sicuramente controversa e per molti aspetti affetta da gravi pecche (come dimostra lo scandalo Di Girolamo, e in generale la mancanza di trasparenza e sicurezza sul voto all’estero) ha almeno mobilitato molte energie, in alcuni casi con un deciso entusiasmo. Il nostro partito ha avuto risultati interessanti, con belle percentuali in Spagna, Belgio e Francia, dove i nostri candidati hanno fatto bella figura. Un altro strumento importante è l’Istituto Fernando Santi, che promuove da sempre la cultura e la formazione per gli italiani all’estero. Infatti, l’attività di partito nel mondo dell’emigrazione deve sempre integrarsi con le iniziative di tutela della lingua, di promozione della cultura, di patronato. 
Per un partito come il nostro, ricco di idee e povero di risorse, la comunicazione via web è essenziale: la pagina del “Psi nel mondo” e i tanti blog dei nostri compagni sono uno strumento di comunicazione indispensabile. Abbiamo inoltre un responsabile politico per gli italiani all'estero nella segreteria nazionale, Luca Cefisi, e un coordinatore degli italiani all'estero che vive a Bruxelles, Rocco Tanzilli.

MC: Quali pensi che siano i tre maggiori problemi degli italiani all’estero?
RN: Parlerei di opportunità più che di problemi. Lo dico a ragion veduta, forte dell'esperienza di assessore regionale della Toscana con delega ai rapporti con i nostri concittadini all'estero. Un patrimonio di grande valore umano e culturale, all'interno del quale esistono numerose eccellenze, sia nel campo delle professioni che in quello degli studi. Il legame tra gli italiani all'estero e l'Italia è forte e ci sono potenzialità indiscutibili che dobbiamo coltivare. In Toscana lo facciamo da anni, e ritengo sia un modello da estendere. Dobbiamo puntare sulle idee, la comunicazione, la lingua e la cultura, mettendo in rete competenze e risorse perché il Sistema Italia possa contare sugli italiani all’estero nell’economia globalizzata. Non mi convince del tutto la retorica sulla “fuga dei cervelli”: gli italiani e le italiane accettano, è naturale, la sfida della globalizzazione, si tratta di non disperdere, non dimenticare, e anzi di far tesoro delle capacità di questo 'arcipelago' di italiani nell’economia globale. Certo, Rai International non aiuta molto, perché trasmette un’idea di italianità datata; così come è evidente che esiste un problema di rappresentanza, che imporrebbe una riforma della legge Tremaglia e degli organi elettivi delle comunità (Cgie, Comites). [...]

leggi tutto su http://wemustact.org

Articolo pubblicato da 
Michele "Mic" Capaccioli

Wemustact.org
Mercoledi 21 Dicembre 2011

Nessun commento: