venerdì 14 settembre 2012

"Costi quel che costi" di Rino Giuliani

Intervento di Rino Giuliani  vicepresidente dell'Istituto Fernando  Santi alla presentazione del libro "Repubblica, repubblicanesimo e repubblicani in Italia, Portogallo, Brasile in prospettiva comparata" (a cura di S. Salmi).

Rino Giuliani

Il titolo del capitolo redatto da Massimo Morigi e Stefano Salmi anticipa  in sé la passione civile  su cui s'innesta il rigore scientifico con cui il tema è affrontato.
Italia, neorepubblicanesimo, modernità: una tradizione per il futuro.

Nella lettura del testo mi sono venute alla memoria le amate lezioni  del prof Volterra  sulla storia del diritto romano, le sottolineature del senso di austerità  che emana dalla fase repubblicana, l'impianto dei valori repubblicani che attinti da Licurgo ed instaurati nella città di Roma dal 510 a.c  ressero le relazioni fra i liberi cittadini e fra loro e le istituzioni, per scolorire nel  45  a.c. quando Cesare si proclamò dittatore a vita sovrapponendosi alla repubblica che per 500 anni aveva  fatto la grandezza della Roma dei cives romani e che restò in vita, formalmente, fino al 30 a.c..

Da allora e ancora per poco, la legittimazione della Res Publica non promana più dal popolo e dal senato romani  ma da un potere autocratico che Augusto nasconde sotto l'omaggio formale alle istituzioni repubblicane,  che non osa cancellare ma che svuota di potere  facendosi anche tramite tra cielo e terra in quanto Pontifex Maximus, aggiungendo un carattere sacrale al proprio dominio che non viene dal popolo ma è provvidenziale. Augusto, anzi , pretendendo una natura divina ed affidandone la legittimazione alla indimenticabile narrazione poetica di Virgilio fa del suo potere   il terminale non solo della storia di Roma ma anche di miti greci.

Difficili da dimenticare i principi  repubblicani espressi in  brocardi che evocano  forza morale, responsabile, senso del dovere civico, e sono così attuali, così validi:

- Salus rei publicae suprema lex esto
- suum cuique tribuere
- alterum non ledere

La storia, certo, non è un processo lineare, lo svolgersi di un filo evolutivo, un progresso continuo. Il filo più volte si è riannodato e molte conquiste sono arretrate. A periodi di luce hanno ciclicamente fatto seguito lunghi periodi oscuri.  

Tuttavia  la valorizzazione  dei tratti di continuità nel tempo, attraverso le trasformazioni epocali avvenute nel nostro paese,  dei principi posti a fondamento della repubblica romana  non solo produce  una forte suggestione ma  mette in luce molti importanti elementi concreti che si possono cogliere ed apprezzare dalla storiografia anglosassone e dal prof Viroli in specie,  e negli ulteriori sviluppi che Salmi e Morigi  s'incaricano di perseguire.

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